"Pressioni indebite e concorrenza sleale: chi ha “protetto” la Sampdoria?", l'inquietante ricostruzione di affaritaliani.it. Gravina ci sei? Lega B?

"Pressioni indebite e concorrenza sleale: chi ha “protetto” la Sampdoria?", è il titolo dell'inchiesta di affaritaliani.it che torna sullo spinoso caso del club ligure, iscritto in B e in attesa del via libera dell'omologa del piano di ristrutturazione del debito
"...secondo quanto può apprendere Affaritaliani.it che è entrata in possesso di documenti esclusivi, ci sono quattro punti fondamentali che non tornano e che necessitano di un supplemento d’indagine. Un possibile buco da 28 milioni; un debito con Sace dilazionato a condizioni e tassi fuori mercato; una indebita pressione da parte della politica perché la società non fallisse; una possibile concorrenza sleale", sono i punti dell'inchiesta del portale economico.
Intanto va ricordato che "..Il totale dei debiti al 31 maggio 2023 era di 150,90 milioni: 49,1 verso l’Agenzia delle Entrate; 71 verso creditori finanziari e 30,8 milioni verso i creditori e fornitori".
INTERESSI E EXIT DELLA NUOVA MAGGIORANZA DEL CLUB:
Affaritaliani sottolinea: "Con l’Agenzia delle Entrate si ottiene lo scorso 7 agosto un parere favorevole per cui la Sampdoria pagherà 17,7 milioni, con un risparmio netto di oltre 31 milioni. Per quanto riguarda la ristrutturazione con creditori finanziari per 71 milioni, ci sono 48 milioni ottenuti tramite garanzia Sace per i finanziamenti Covid. Anche in questo caso c’è qualcosa di particolare. Il debito è stato dilazionato a condizioni e tassi fuori mercato: il pagamento avverrà tra 20 anni, in un’unica quota, con gli interessi fissi al 2,5%. (...). In più, "gli interessi decorreranno solo dal 2026 e la società può decidere di pagare solo lo 0,25% annuo, pagando la differenza alla data di scadenza ventennale" e inoltre "...Rinunciare agli interessi del 2024 e 2025 significa salutare 2,4 milioni. C’è infine un’ulteriore clausola che lascia sgomenti: se l’attuale investitore dovesse vendere prima del 2043 (evento altamente probabile) sarà tenuto a pagare solo il 50% del debito, la restante parte si considererà dovuta solo se incasserà una quantità sufficiente di denaro".
"Inoltre, per quanto concerne la ristrutturazione con i creditori non finanziari per i 30,8 milioni ci sono quattro sottocategorie. Agenti e procuratori sportivi, pagati al 40% in tre anni, con adesione all’82%; fornitori chirografari, pagati al 70% in tre anni con adesione al 79%; fornitori privilegiati, pagati al 70% in tre anni con adesione al 95%, fornitori strategici nel cantiere di Bogliasco, pagati al 90% in tre anni con adesione al 93%".
BUCO DA 28 MILIONI DI EURO: POSSIBILI CONSEGUENZE:
Il giornalista Ziliani, nelle 10 domande poste al presidente federale Gravina, ha fatto notare un altro aspetto riportato nel bilancio: "Risponde al vero, oppure no, che in riferimento alla “Sport Spettacolo Holding Srl” di Massimo Ferrero erano iscritti crediti esigibili entro il 31 dicembre dell’anno successivo (2023) pari a 28 milioni e 199 mila euro? E se sì, dato che in data 15 giugno 2023 (vigilia del CdA per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2022), la “Sport Spettacolo Holding”, cioè Ferrero, ha perso la qualifica di società controllante con interruzione anticipata della tassazione di gruppo – ciò determina il fatto che le perdite rimangano in capo alla società consolidante – che ne è di questo “buco” da 28 milioni nel bilancio 2022 della Sampdoria? Non siamo di fronte a un vero e proprio falso in bilancio?". Affaritaliani spiega: "Per quanto riguarda il possibile “buco” da 28 milioni di euro nel bilancio 2022 che nessuno avrebbe visto, effettivamente nello stato patrimoniale della Sampdoria, fra i crediti esigibili entro l’esercizio successivo (cioè entro il 31 dicembre 2023) sono iscritti “crediti verso imprese controllanti” per 28,2 milioni di euro. Si tratta – si legge nello Stato patrimoniale – da “crediti verso la controllante Sport Spettacolo Holding (l’azienda di Ferrero, ndr)”. In sostanza, dal 2015 in poi la perdita fiscale relativa all’esercizio (nel caso dell’ultimo bilancio si tratta di 2,93 milioni) sono stati indicati come crediti verso SSH, nell’ambito di una tassazione di gruppo (la SSH era proprietaria della Sampdoria) che però si è interrotta il 15 giugno 2023 e che quindi deve essere teoricamente risolta entro il prossimo 31 dicembre.
Ma è difficile ipotizzare che questi soldi possano tornare alla Sampdoria. E attenzione perché questo tipo di procedure può portare a conseguenze sanzionatorie secondo la Figc. E il cda avrebbe dovuto appostare un fondo per fronteggiare il rischio di mancato incasso del credito, sulla cui entità ci sarebbero potute essere valutazioni soggettive. La svalutazione, parziale o totale, di questo credito avrebbe comportato un incremento della perdita di esercizio della Sampdoria e avrebbe messo a serio rischio la validità stessa del piano industriale".
"PRESSIONI DA SOCIETA', VARI ORGANI POLITICI":
Affaritaliani riprende poi le dichiarazioni di Gianluca Gerbi, ad di Banca Sistema, uno degli istituti che vantavano numerosi crediti da parte della società ligure:
"Infine c’è un ultimo dettaglio che esemplifica una differenza di trattamento tra la Sampdoria e altre società. Lo scorso 5 luglio, infatti, l’amministratore delegato di Banca Sistema, Gianluca Garbi, dichiara in un’intervista al Scolo XIX che “nessuno poteva permettersi che la Sampdoria fallisse”. Di più: nell’articolo si legge che Garbi e la banca avrebbero ricevuto “forti pressioni per dare questo supporto, da moltissime altre società, alcune impensabili, da vari organi politici e amministrativi, nazionali e locali. Noi davanti alle difficoltà e qualche non tanto velata minaccia legale non abbiamo mai abbandonato la squadra”. La domanda, che finora non ha trovato risposta è: chi voleva che la Sampdoria non fallisse? Da chi sono arrivate le pressioni? Perché Banca d’Italia non ha aperto un fascicolo che, ad oggi, non risulta?".