Euro flop dell'Italia, Gravina sulla sua ricandidatura: "Tutto prematuro. Mancato utilizzo giovani italiani è fatto culturale"

Altre dichiarazioni di Gabriele Gravina, presidente FIGC, dalla conferenza stampa post-eliminazione dall'Europeo, in particolare sui settori giovanili e non solo:

"L'utilizzo dei giovani italiani è un fatto culturale, oltre il 60% dei calciatori che giocano in Italia sono stranieri. Noi stiamo resistendo strenuamente alla possibilità di liberalizzare l'utilizzo degli extracomunitari e non c'è l'atteggiamento culturale per capire che coltivare e investire sui vivai è una strada giusta per far crescere il sistema. Al nostro interno ci sono forti resistenze e con le nostre norme non ho la possibilità di modificare questi aspetti, salvo lo strumento della persuasione. Tra me e la politica non c'è alcun contrasto, c'è un confronto dialettico normale come si vive in altri Paesi".

Continua Gravina: "Il sistema si inceppa quando c'è da fare il salto in Prima Squadra. Nel campionato Primavera ci sono squadre con il 100% di stranieri, c'è l'idea non convinta di avere in casa talenti di valore e la massimizzazione dei talenti è stoppata dal fatto che c'è la necessità di ottenere un risultato immediato. L'Under 17 ha vinto l'Europeo con modalità straordinaria, ma quei ragazzi giocano poco nei loro club".

Obiettivo Mondiale 2026: "Durante le Qualificazioni la squadra ha espresso buone prove, l'obiettivo del Mondiale 2026 è quello sul quale siamo concentrati, sarebbe un disastro inimmaginabile fallire per la terza volta di fila la Qualificazione al Mondiale".

Sul suo futuro alla guida della Federazione: "Una mia ricandidatura? E' prematuro parlarne, è un progetto molto impegnativo. Io rispondo solo ai delegati, ci sono sette componenti ed è giusto avere un confronto, è giusto verificare con loro se si tratta di un percorso da proseguire o meno".

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