Siracusa-Reggina, sono scesi in campo i sindaci, la risposta di quello aretuseo: "Disappunto per dichiarazioni collega Falcomatà"

25.04.2025 17:45 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Siracusa-Reggina, sono scesi in campo i sindaci, la risposta di quello aretuseo: "Disappunto per dichiarazioni collega Falcomatà"
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© foto di Matteo Ferri

Dopo le dichiarazioni del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, rilasciate a Gazzetta del Sud, arriva la risposta del primo cittadino di Siracusa, Francesco Italia, risentito per il fatto che Falcomatà ha fatto notare che alcune decisioni arbitrali hanno lasciato a desiderare.

Ecco la nota del sindaco Italia:

"In un momento delicato del campionato, ritengo doveroso esprimere pubblicamente il mio disappunto per le recenti dichiarazioni rilasciate dal collega Falcomatà in merito a presunti condizionamenti arbitrali nella corsa alla promozione del proprio club cittadino. ​Ogni rappresentante delle istituzioni ha il dovere di difendere la trasparenza, la correttezza e il rispetto delle regole, soprattutto quando si parla di sport, che è e deve restare uno spazio educativo, inclusivo, fondato sul merito e sulla lealtà. ​Espressioni che lasciano intendere pressioni sugli arbitri o tentativi di orientare l’esito di una competizione calcistica, sono inaccettabili e rischiano di compromettere la serenità del campionato e il lavoro di tanti atleti, dirigenti e tifosi”.

Italia ricorda poi al collega che “il ruolo di un sindaco non è quello di alimentare sospetti, ma di contribuire a un clima costruttivo e rispettoso delle istituzioni sportive. ​Mi auguro che la parte finale del campionato possa svolgersi in un clima sereno, nel pieno rispetto della sportività, senza interferenze o tentativi malcelati di influenzare quanto dovrebbe essere deciso soltanto dal campo. ​Se poi vogliamo guardare anche ai risultati in campo, il Siracusa ha sconfitto la squadra del collega cinque volte su cinque negli ultimi due anni. E tutto ciò senza considerare il ritiro dell’Akragas perché, se non fosse avvenuto, non so oggi a cosa il collega potrebbe appigliarsi”.