Il discorso di Gravina prima della rielezione a presidente FIGC: "Aumento seconde squadre. Ecco richieste al Governo"
Gabriele Gravina pronto al terzo mandato, il dirigente sarà confermato oggi come presidente della FIGC e nel corso dell'Assemblea Elettiva ha tracciato un bilancio di ciò che è stato e quello che sarà:
"...Unità è stata la nostra forza, ci ha consentito di superare le incomprensioni e contrastare attacchi diretti e indiretti, di smascherare menzogne, tranelli e calunnie di cui talvolta è fatta la vita pubblica del nostro paese. La nostra autonomia poggia interamente su questa capacità di ascoltarci reciprocamente e di presentarci a questi appuntamenti con un solo progetto e un solo nome. L’ampia condivisione è stata una condizione posta per sciogliere i dubbi sulla mia candidatura. Deve essere intesa come una vera e propria comunione sugli obiettivi da perseguire. Ciò che è valso per il passato vale per il domani, nessun progetto può risultare efficace senza il contributo di ogni componente. Il dialogo è aperto, l’ascolto reciproco farà parte dei nostri principi. Così come il rispetto, che continuerà a far parte dei nostri parametri. Insieme continueremo a cambiare, questa è la seconda ragione della mia candidatura. Vogliamo un calcio efficiente, responsabile, sostenibili e inclusivo, libero da ogni violenza e discriminazione. Questi impegni non sono un semplice slogan, ma gli assi di due documenti, piano strategico e piano strutturale. Con questa strategia cercheremo di migliorare la gestione federale, nuovi parametri economici per l’iscrizione ai campionati dei club professionisti, l’aumento delle seconde squadre e la creazione dell’accademia Under 23".
Aggiunge Gravina: "L’individuazione dei cinque stadi per l’Europeo del 2032, lo sviluppo di Vivo Azzurro per il racconto sulle attività della federazione. Rivisitazione del settore giovanile scolastico con l’obiettivo di aumentare i tesserati, il miglioramento del settore giovanile scolastico di dialogare con il territorio. La valorizzazione del calcio femminile e degli investimenti nei settori giovanili, in piena linea con la riforma Zola. Questo è quello che il calcio può fare da solo, poi ci sono delle riforme che impegnano governo e lo stato. Mi riferisco alla necessità che il legislatore reintroduca un regime fiscale agevolato per tesserare calciatore di primo livello residenti all’estero. È un dato oggettivo, grazie ai benefici del decreto crescita non più vigente i nostri club sono stati protagonisti a livello internazionale. Mi riferisco ancora al riconoscimento del tax credit per investimenti virtuosi nei settori giovanili e nelle strutture, snellire la burocrazia con una legge sugli stadi. Investire una percentuale degli introiti delle scommesse, associando percorsi di contrasto alla ludopatia. L’abolizione di divieto di pubblicità di scommesse sul calcio, al completamento della disciplina sull’apprendistato e il riconoscimento della FIGC di impresa sociale. Questa non è una richiesta simbolica, il calcio è un asset strategico e una straordinaria opportunità per gli italiani. Siamo uno dei motori del paese, per ogni euro riconosciuto allo stato ne riconosciamo allo stato 19,7. Siamo anche decisivi per la salute pubblica grazie all’equilibrio sociale che costruiamo, questo è condiviso dall’UEFA che ha sostenuto la nostra strategia".