REGGINA E S. AGATA: SE A “VIVACCHIARE” SONO LE ISTITUZIONI

24.06.2024 13:00 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA E S. AGATA: SE A “VIVACCHIARE” SONO LE ISTITUZIONI
© foto di Giuseppe Rotta

Trentaquattro. Sono i giorni trascorsi dalla scadenza dell’avviso pubblico volto ad ottenere “Manifestazioni d’interesse per la valorizzazione dell’Impianto Sportivo denominato Centro Sportivo Sant’Agata”, a cui ha partecipato la sola Reggina in compartecipazione con un’importante azienda operante nel settore edilizio: ebbene, da quel 20 maggio, non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale riguardante l’istruttoria che dovrà portare ad assumere, da parte della Città Metropolitana, la decisione finale sul destino dell’infrastruttura.

Chiariamo subito che, come correttamente riportato nell’avviso, non ricadeva nessun obbligo, in capo all’ente, di dar corso ad una procedura di affidamento diretto, anzi a volere essere precisi tale tipo di soluzione era di fatto preclusa proprio dalla normativa di riferimento contenuta nel bando: infatti il decreto legislativo n. 38/2021 riguardante, tra l’altro, la disciplina per la semplificazione e accelerazione delle procedure amministrative “in materia di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi” contempla, all’art. 5, la possibilità di affidamento diretto limitatamente a società senza scopo di lucro (risulta difficile immaginare che chi intenda investire milioni di euro su una struttura non pretenda giustamente di poter trarne profitto) nonché la gratuità dello stesso, cioè la rinuncia dell’ente pubblico a richiedere un canone per la messa a disposizione dell’impianto al gestore privato, in palese antitesi con gli intendimenti della CM.

Chiaramente il dettato normativo stride, e non poco, con alcune dichiarazioni rese, a cavallo sella scadenza prevista dalla procedura, proprio dai massimi rappresentanti della Città Metropolitana che paventavano apertamente la possibilità (se non la probabilità stessa) di procedere in tempi brevi con la consegna dell’impianto, una volta verificato l’interesse pubblico del progetto presentato, che invece andrà a costituire la base del bando ad evidenza pubblica che risulterà necessario, anche alla luce della disciplina generale e delle limitazioni previste dal Codice degli appalti, ai fini dell’assegnazione definitiva.

Innegabilmente, proprio il dibattito dei mesi scorsi ha generato, nei confronti sia dei diretti interessati che della piazza, aspettative importanti sull’esito della procedura e soprattutto sulla rapidità della stessa: ci troviamo invece dinanzi ad un silenzio irreale da parte delle istituzioni cittadine, anche riguardo ad una possibile proroga dell’attuale concessione che consenta, quantomeno, di poter programmare, seppur nel breve termine e senza garanzie pro investimenti strutturali, l’inizio della prossima stagione agonistica, in un contesto che vede, nel frattempo, un centro sportivo già ridotto in condizioni critiche che necessiterebbero interventi urgenti, languire giorno dopo giorno in un'incuria che cresce in maniera proporzionale al tempo che passa.

Tutto ciò, oltretutto, crea un enorme paradosso se si ripensa alla logorrea primaverile con cui chi gestisce la cosa pubblica non riusciva ad immaginare “un Sant’Agata scollegato dalla Reggina” o sulla presunta “capacità attrattiva” utile ad attirare orde di imprenditori pronti ad investire sull’impiantistica cittadina, ma dimenticando di fare i conti con l’atavica farraginosità amministrativa, vero e proprio ossimoro verso i concetti di efficacia, efficienza ed economicità tanto cari a chi scegliesse di fare impresa alle nostre latitudini; lo stesso paradosso diventa persino surreale ripensando al mantra dell’impossibilità di “vivacchiare” per chi porta avanti il calcio reggino ripetuto ossessivamente dal primo cittadino, paragonato all’inaccettabile stasi attuale che, di fatto, sta precludendo qualsiasi tipo di pianificazione, con possibili ed evidenti riflessi su un risultato sportivo non più procrastinabile.

Non ci resta che attendere, se fiduciosamente o meno lo scopriremo presto.