Lillo Foti racconta gli affari più memorabili della sua esperienza con la Reggina: "Cirillo, Baronio, Mesto, Bianchi...."
Lillo Foti, ex patron della Reggina, intervenuto a Gazzetta dello Sport, ha raccontato i retroscena di alcune trattative ai tempi della serie A. Sul Roberto Baronio:
"Comprai la metà del cartellino di Roberto dalla Lazio per 600 milioni di lire.L’anno dopo avevo richieste anche da Inter e Milan.L’avrei rivenduto a 15miliardi. Feci decidere al giocatore: scelse la Lazio e firmai il contratto con Cragnotti". Per la cronaca, gli amaranto incassarono circa 10 miliardi di lire.
Memorabile anche l'incasso con Mesto, cresciuto al Sant'Agata e arrivato sino alla maglia Azzurra: "Nel 2008 dovevo definire la comproprietà con l’Udinese, che aveva pagato 3,5milioni di euro per la metà. Il mio amico Gino Pozzo mi disse che volevano rinnovare. Io gli risposi: “Ti restituisco i soldi e me lo riprendo tutto”.Il giorno dopo vendetti Mesto al Genoa per 7,5 milioni.Avevo già l’intesa con Preziosi".
La vicenda Cirillo è quanto mai particolare: "Per definire la cessione di Cirillo all’Inter, nel 2000, mi presentai in via Durini con mia figlia Giorgia che aveva il poster di Moratti in camera. Lo raccontai al presidente e il clima si sciolse.Chiudemmo per 14 miliardi di di lire,ma non dissi niente a nessuno.Il procuratore di Cirillo voleva portarlo alla Juventus.Il giorno dopo andammo a Torino. A Moggi sparai una cifra più alta, ma lui capì tutto: “L’hai già venduto”.
Altri affari clamorosi con Rolando Bianchi e Ivan Pelizzoli: "Nel 2005 la Roma mi diede Pelizzoli gratis, in comproprietà. In fase di risoluzione, né noi né loro presentammo la busta. Mi ritrovai il 100% del portiere senza aver sborsato un soldo. Successivamente lo vendetti al Lokomotiv Mosca per 4,5 milioni di euro. Rolando Bianchi? Avevamo un’intesa col Napoli per 12 milioni, poi arrivò la chiamata di un intermediario da parte del Manchester City.Formulai unarichiesta di 15milioni e gli inglesi accettarono"
Oltre a Cirillo e Mesto, tante altre scoperte hanno aiutato il club a navigare tra le grandi della A: "Avevamo un centro sportivo tutto nostro, realizzato con i proventi della cessione di Massimo Orlando alla Juve. Lavoravamo sul talento, anche per monetizzare. Cozza al Milan, Perrotta alla Juve, Cirillo all’Inter. D’altra parte,la A con le mie risorse o i ricavi del club sarebbe stato impossibile.In quel periodo, grazie al lavoro di tutti, la Reggina riusciva a offrire al mercato un prodotto interessante".