REGGINA: TUTTO IL RESTO NON CONTA
L'umore del post-Sancataldese è stato abbastanza melmastoso per chi vi scrive, quasi che la vittoria della Reggina sia passata in secondo piano e proprio un dettaglio non doveva essere considerando la necessità di dover conquistare sempre i tre punti. Noi che ci siamo sempre ripromessi, dopo l'ignobile fine della Reggina delle ultime due, scalcagnate, maledette e disgraziate, gestioni, di cercare di parlare in primis di calcio o di questioni realmente utili per il mondo amaranto, abbiamo subito, ve lo diciamo senza problemi, un mezzo trauma.
Ha ancora senso parlare di moduli, giocate, possibili correttivi all'organico, quando la pressione si alza sino a trasformare l'incontro per gli auguri di Natale in un'occasione per alzare di molto i decibel dei toni? Senza indugi vi diciamo che qualche nostro articolo non è andato giù ai piani alti della società amaranto e questo ci costringe ad una seria riflessione. Quella parte di opinione pubblica che, oggettivamente, ha usato esclusivamente la clava della disinformazione (certe vicende montate quasi ad arte da settembre 2023 sono oramai mitiche nonché parimenti ridicole) e della diffamazione (i famosi social sono portatori insani di frotte di gente che difficilmente ci fa ma ci è), non può essere la ragione e la motivazione per demolire ogni libero pensiero o comunque ogni ragionamento che vuol essere fonte di confronto anche e comunque su un tema che sta caro a tutti, la Reggina. Se prima c'è stato chi ha fatto scena muta davanti alla decenza, non vuol dire che dobbiamo rincorrere i furono osannati e proclamati reggini onorari nel baratro delle loro nefandezze relazionali. Saremo pochi o tanti a pensarla così, ma distinguersi da quelli lì è l'unica strada praticabile per chi vuole fare calcio a Reggio Calabria.
Nel corso del tempo, abbiamo compreso che il calcio è un mondo veramente spietato quando si tratta di giudicare e il più delle volte lo si fa in base a concessioni personali di chi ha comunque in mano la penna: e questo succede in piazze ben più grandi e blasonate di quella reggina. L'onestà intellettuale spesso è materia oscura a molti, fatto salvo non si parli di amici o addirittura datori di lavoro. La freddezza e il keep calm sono qualità essenziali per un amministratore di un club calcistico, che comunque vada sarà sempre e comunque valutato da ciò che produce dentro il terreno di gioco. Non c'è altro giudice supremo che il campo e quello non mente davvero mai.
Dal nostro fronte e, di riflesso, da quello dei nostri tanti affezionati lettori, c'è la massima volontà di seguire un dialogo serio, sereno, e costruttivo (anche fosse critico) in primis perché il nostro interesse è quello di rivedere la nostra Reggina in una categoria consona e sopratutto celebrarla come un valore positivo del territorio, non mescolato a inchieste penali o associata ad "imbrogli dello specchietto" con personaggi da avanspettacolo. Chi oggi amministra la nostra squadra, nostro sommesso e modesto parere, faccia in modo di dare meno peso a chi lo vuole chiaramente vederlo affondare e aspetta come il classico gufo sulla spalliera del letto in attesa del trapasso sportivo (sui motivi di questo astio, ognuno in cuor suo ne conosce i motivi), di cercare di mantenere la calma di cui sopra, anche a dispetto di ricevere ulteriore melma in faccia, e dare il massimo possibile, anche "a modo suo", per riportare la squadra in serie C: confidiamo, in tal senso, che ci sia ancora voglia, forza, possibilità e senso di rivalsa. Tutto il resto non conta.