Città Sant'Agata-Reggio Calabria, il commento finale: una "squadra" inguardabile, senza idee e senza grinta, sconfitta umiliante
Siamo in enorme difficoltà a commentare una non-prestazione come quella offerta dalla Reggio Calabria sul campo di Sant'Agata di Militello. Amaranto che hanno atteso di subire il gol, per poi lasciare correre il cronometro con pallonate inutili verso l'area di rigore avversaria, senza mai impensierire il portiere di casa Iovino.
Una prova orrenda, inspiegabile e che addirittura mette a repentaglio persino il traguardo ultra-minimo degli inutilissimi playoff. Dopo aver sfiorato la indegna figuraccia contro la Gioiese, Reggio perde contro un Sant'Agata che è certamente più squadra, ma non più forte, quanto meno sulla carta, del team schierato da Trocini.
L'unico guizzo della ripresa è di Renelus, che dopo pochi istanti dall'avvio della ripresa prova con un tiro-cross dalla destra che balla sulla linea bianca di porta, andando poi a spegnersi in fallo laterale. La Reggio si spegne qui, poi è un girovagare confuso, senza idee, quasi se ci facessero il favore di giocare.
Strada libera per il Sant'Agata, che trova resistenza imbarazzante di un centrocampo nullo e di una difesa con enormi limiti tecnici. Al 59', Maresca lancia Capogna in area, l'attaccante di casa si libera di Zanchi e prova a battere a rete, Velcea salva.
Sugli sviluppi, botta di Capogna dal vertice alto dell'area di rigore, deviazione di un difensore che spiazza Velcea, 1-0 Sant'Agata.
Al 64', il Sant'Agata sfiora il raddoppio. La difesa amaranto è una vera e propria "banda", lancio per Mincica che anticipa Porcino e si presenta solo davanti a Velcea, poi l'attaccante di casa grazia l'inguardabile retroguardia arretrata.
Trocini opera una serie di cambi, dentro Barillà, Cham, Lika e Rosseti, ma la situazione non cambia minimamente. Il Sant'Agata fa passare via i minuti senza correre benché minimo pericolo, la squadra ospite è in balia della confusione e della totale disorganizzazione.
Una sconfitta vergognosa e nauseante, che deve indurre serie riflessioni non solo sulla guida tecnica, ma anche sulla reale qualità di alcuni singoli che forse non sono all'altezza di rappresentare una piazza come quella di Reggio.