Gravina: "Prioritario cercare stabilità attraverso riforme economico-finanziarie, poi verrà il momento di discutere di format"
"Il concetto di riforma richiede disponibilità al cambiamento e cambiare richiede confronto, partecipazione e coraggio". Così il presidente della FIGC Gabriele Gravina, intervenuto a 'Radio anch'io sport', in onda su Rai Radio 1.
"Sono fermamente convinto che il calcio italiano stia finalmente facendo un'analisi approfondita su quello che c'è da cambiare per migliorare la sostenibilità e la competitività. Le discussioni e le fibrillazioni degli ultimi giorni sono positive, significa che la scossa che è stata data dall'indizione dell'assemblea ha già prodotto il risultato di smuovere una sorta di torpore da parte dei protagonisti del nostro mondo. Il calcio italiano pretende una riforma, non Gabriele Gravina, quindi noi siamo chiamati a dare una risposta in termini di evoluzione positiva”.
Assemblea prevista l'11 marzo ma che è stata rinviata: "Mettiamo da parte i punti su cui ci si divide, alcune volte anche strumentalmente, per concentrarsi tutti insieme sul trovare l’accordo sulle riforme economico-finanziarie".
Sull’esito dell’interlocuzione con le componenti federali: "Non voglio eccedere in ottimismo ma il calcio ha bisogno di darsi una regolata e su questo mi sembra che siamo tutti d’accordo. Prima di innovare dobbiamo risanare (sui bilanci dei Club pesa un eccessivo indebitamento e una scarsa patrimonializzazione) e uscire dall’unica ipotesi delle 20 o 18 squadre che blocca il sistema: queste sono legate a logiche di immobilismo e di contrapposizione che, seppur comprensibili, non sono ancora condivisibili".
Nei giorni scorsi, Gravina ha ricevuto in FIGC i rappresentanti di alcuni club di Serie A, "perché la Federazione è la casa di tutti. Quello dell'intasamento di date nell'ambito dei calendari è un tema importante, che interessa tutto il calcio italiano: prima o poi si arriverà comunque e rivedere il format. La Germania lo ha già fatto, la Francia lo farà dal 2024-25, ma mi auguro che questo avvenga con una autodeterminazione delle singole componenti, a partire dalla Lega di A".
Sulla questione vivai sottolinea: "I due asset fondamentali che generano patrimonio sono le infrastrutture e i vivai. All'interno del nostro piano strategico sul quale ci stiamo confrontando, c'è un capitolo dedicato alla valorizzazione dei giovani. Sappiamo che esiste anche una decisione della Corte di giustizia europea che impedisce di imporre l'obbligo di giocatori formati. Noi abbiamo proposto il 6+6, ma formati nel vivaio della propria società. Stiamo cercando di rafforzare tutti i presidi dei nostri centri federali, stiamo pensando di rilanciare una prima ipotesi di accademia federale. Sono tante le idee legate alla nostra progettualità. Non è un caso che la nostra Federazione abbia tutte le squadre giovanili qualificate a tutte le fasi finali dei campionati giovanili. Il talento c'è, i giovani ci sono, manca l'opportunità per far diventare e trasformare il talento in campioni. L'opportunità significa l'utilizzo dei giovani. Noi auspichiamo un maggior investimento sui giovani e sui ragazzi".