REGGINA: QUESTIONE DI EQUILIBRIO, IN TUTTI I SENSI

26.11.2024 13:00 di  Valerio Romito   vedi letture
REGGINA: QUESTIONE DI EQUILIBRIO, IN TUTTI I SENSI

Partiamo, una volta tanto, dalle attenuanti, che ci sono e di non poco conto: nonostante il mister non abbia anteposto alibi alla vigilia dell’incontro di domenica, almeno relativamente alla bontà dell’undici iniziale, appare chiaro che privare la squadra di sette elementi tutti potenzialmente titolari, di cui almeno quattro capaci di apportare un contributo di qualità e personalità non sostituibile, non possa non avere ripercussioni sul rendimento in campo.

Scendendo nello specifico, e senza voler discernere sulle potenzialità, in senso assoluto, di chi è stato schierato soprattutto in mediana, cioè nel reparto più colpito dalle assenze, non si può ignorare come Laaribi, nonostante voglia ma anche sostanza, provenga da mesi di assoluto inutilizzo le cui conseguenze, giocoforza, sono emerse prepotentemente nella seconda parte di gara, o non considerare i “mal di pancia” accusati da Ba sino a pochi giorni dalla contesa che, allo stato attuale, lo rendono un lontano parente dell’atleta dall’esplosività fuori categoria ammirato nelle prime settimane di campionato; il tutto aggravato dall’impossibilità di avere alternative in panchina: si pensi, a puro titolo di esempio, cosa succederebbe al Siracusa in caso di assenza contemporanea dei vari Acquadro, Palermo e Candiano.

Stesso dicasi per l’atteggiamento della squadra e dei soliti limiti, evidentemente mascherati nell’exploit di Vibo ma riemersi prepotentemente nell’ennesima deludente prestazione casalinga, chiaro sintomo del fatto che, come abbiamo predicato già ad inizio settimana, era pressoché impossibile che il nuovo tecnico potesse, con pochi allenamenti complicati da una settimana anomala vista l’interruzione dovuta alla coppa, eliminare d'emblee le scorie accumulate nei diversi mesi precedenti, per le quali razionalmente abbisognerà un lavoro approfondito e costante volto a far sì che, finalmente, l’organico possa mantenere una intensità di gioco costante e ben distribuita nei novanta minuti.

Ovviamente non tutto è giustificato né giustificabile: nonostante una prestazione tutt’altro che indimenticabile, la squadra era comunque riuscita a concludere la prima frazione con un doppio vantaggio, anche meritato, il che rende quasi imperdonabile non essere riusciti a portare in porto, in un modo o nell’altro, un risultato di importanza capitale nell’economia della classifica, indipendentemente da qualsiasi tipo di situazione contingente.

Purtroppo, nell’impossibilità di recuperare il tempo perduto in precedenza, le soluzioni vanno trovate al più presto ed efficacemente, ed in tal senso vanno assolutamente sfruttate le opportunità che, da qui sino alla pausa natalizia, il calendario offre agli amaranto, con impegni certamente difficili, a cominciare dalla trasferta di Caltanissetta tutt’altro che scontata, ma sicuramente non proibitivi da cui l’obbligo di cercare di ricavarne il massimo possibile per sfruttare eventuali passi falsi, anch’essi non impossibili, di chi ci precede in graduatoria, sperando nel frattempo di poter recuperare qualche pedina quantomeno per aumentare le rotazioni.

Anche la stessa società, che ci risulta tutt’altro che contenta per quanto accaduto due giorni fa al Granillo, dovrà fare la sua parte sia in termini motivazionali che strutturali, in vista dell’apertura del mercato di riparazione, per dotare la rosa di quei ritocchi, in attacco ma anche in difesa, viste le situazioni che periodicamente si ripresentano per alcune individualità del reparto arretrato, che possano consentire al nuovo corso tecnico di poter “mettere mano” ad un campionato certamente equilibrato ma, continuiamo a ritenere, ampiamente alla portata.

E proprio a proposito di equilibrio, la stessa necessità va riportata extracampo, con riferimento a stampa e tifosi, per cui non è certamente salutare passare da un’euforia quasi smodata a seguito dello scontro diretto dominato, ad una rassegnazione quasi tombale, dopo ogni passo falso, riguardante i possibili esiti finali del torneo: la maturità di una piazza si misura anche i segnali che, razionalmente e responsabilmente, l’ambiente finisce per lanciare, e dei quali i diretti protagonisti sono tutt’altro che immuni.