Cellino: "Chi non paga le tasse è avvantaggiato. Poteva esserci altro caso Reggina se..."

03.08.2024 15:15 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Cellino: "Chi non paga le tasse è avvantaggiato. Poteva esserci altro caso Reggina se..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Massimo Cellino, patron del Brescia, ha parlato in conferenza stampa in vista dell'avvio del nuovo campionato di B. Oltre ai temi tecnici, tanti spunti d'interesse nelle parole dell'ex presidente del Cagliari, che analizza il momento particolarmente critico del movimento calcistico italiano. Le dichiarazioni sono riprese da bresciaingol.com:

"E’ molto deludente quello che accade in Italia: chi non paga le tasse è avvantaggiato, ci sono squadre finanziate con soldi dello Stato. Noi ci sentiamo imbecilli perché facciamo tutte le cose come vanno fatte. Il sistema del calcio italiano scoraggia investitori, sia italiani che stranieri. Il Genoa, la Sampdoria, fanno concordati fallimentari: se fossimo retrocessi di nuovo sarebbe accaduta un’altra Reggina, ve lo garantisco. Io non farò mai assegni falsi per portare il Brescia in serie A".

Un giudizio su Gravina: "Fatico a trovare un capro espiatorio, ma da lui mi aspettavo più determinazione e cambiamenti. Un ex calciatore alla guida della Figc? Se uno sapeva giocare a calcio non è detto che sappia fare il politico. Noi presidenti in Figc contiamo pochissimo rispetto a prima, ci sono altre componenti che contano di più. I presidenti non governano, da 10 anni a questa parte mettono i soldi e basta". 

La Lega B non ha ancora assegnato i diritti tv, per i club rischia di essere un bagno di sangue: "La B vale più di 10 anni fa, è sottopagata, ora chiediamo meno di prima, ma un minimo decoroso per un campionato bello e avvincente beh quello sì. Negli altri Paesi in B incassano molto di più, c’è sproporzione in Italia tra A e B, ci danno un obolo e ce lo fanno anche soffrire. Sono veramente arrabbiato. Il Governo non ci difende, in Nazionale non abbiamo più giocatori eppure in B lavoriamo bene sugli italiani e sul settore giovanile, la legge Melandri è sparita. La produzione di giocatori italiani parte da Dilettanti, C e B, ma non c’è sensibilità. Si assecondano solo le grandi squadre e i grandi player poi ci si lamenta quando non ci sono giocatori per la Nazionale".

Aggiunge Cellino: "Se interrogate 20 presidenti di B, tutti saranno convinti di poter salire o comunque lo sperano perchè la B ha raggiunto una povertà tale che bisogna andare in A per stare a galla. E’ l’unica speranza che hanno tutti. In B non si sopravvive forse l’unica che tiene botta, contenendo i costi, è il Cittadella. La B non è più il purgatorio, ma l’inferno. Io spero di andare in serie A".