Data clou per la serie C, entro oggi da pagare stipendi e contributi: quattro club in grande difficoltà

16.04.2025 10:30 di  Redazione Tuttoreggina  Twitter:    vedi letture
Data clou per la serie C, entro oggi da pagare stipendi e contributi: quattro club in grande difficoltà
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© foto di Federico Gaetano

Data clou per la serie C, entro le ore 23.59 i club di terza serie devono pagare stipendi e contributi relativi al mese di febbraio, oltre all'eventuale pregresso. Alcune situazioni di grossa difficoltà, oltre alle solite note Lucchese e Messina, ma anche Triestina e Foggia.

La Lucchese non pagherà, visto che di fatto la proprietà è completamente assente, a Messina si sta facendo addirittura una raccolta fondi per evitare eventuali nuove penalizzazioni e vanificare gli sforzi della squadra di accedere almeno ai playout

"Il mancato pagamento entro il 16 aprile 2025 degli emolumenti dovuti per il mese di febbraio 2025 comporta l’applicazione della sanzione pari ad almeno 2 punti di penalizzazione in classifica. Inoltre, per il persistente eventuale mancato pagamento degli emolumenti relativi al I° e II° trimestre andranno aggiunti almeno 2 punti di penalizzazione (per trimestre)", si legge nelle NOIF in merito ai pagamenti da onorare entro la giornata odierna.

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Per quanto riguarda la Triestina, su Il Piccolo si legge, "..nessun commento da parte del presidente Rosenzweig, sorge preoccupazione in casa alabardata con la squadra in lotta per evitare i playout. Intanto per terminare la stagione, oltre ai due milioni di euro riguardante gli stipendi da saldare entro oggi, servirebbero almeno altri cinque milioni".

Per quanto riguarda il Foggia, il patron Canonico, che ha annunciato il suo totale disimpegno, al punto che la squadra si è recata a Crotone in una sorta di autogestione e raccolta fondi di imprenditori locali, ha confermato a La Gazzetta del Mezzogiorno di non avere alcuna intenzione di pagare gli stipendi e di voler cedere la società a sei milioni di euro:

"Non pagherò gli stipendi. Peraltro non sono più presidente del club. La società ora fa riferimento ad un amministratore unico, che è Michele Bitetto. Il Foggia per me è un capitolo chiuso. (..) Ho detto che sono disposto a cedere il club, di certo non lo regalo. Ma vedo disinteresse da parte dell’imprenditoria locale. Mi sembra che del destino del Foggia non interessi al tessuto produttivo del territorio. Chiedo 6 milioni per cedere il club incluso la debitoria e le spettanze economiche della stagione in corso e si dice che è troppo? Bene, ma il problema è che non mi è arrivata nessuna proposta, nemmeno al ribasso. Non c’è neanche la possibilità di trattare perché nessuno si fa avanti. Almeno finora questo è il quadro".

Lo stesso Canonico si è inalberato dopo aver visto un servizio Rai sulla sua gestione e in una nota stampa ha sottolineato le gravi intimidazioni ricevute:

Con riferimento al servizio andato in onda lunedì 15 aprile 2025 durante la trasmissione “90° Minuto” su RAI 2, ritengo doveroso, attraverso il presente comunicato, ristabilire la verità dinanzi a un racconto televisivo vomitevolmente distorto, omissivo e lesivo della mia persona e del mio operato.

Il servizio in questione ha diffuso un’immagine falsa e manipolata del mio percorso alla guida del Foggia, descrivendomi come un presidente che “chiude i rubinetti” e “abbandona la squadra”, senza alcuna contestualizzazione, e soprattutto ignorando deliberatamente fatti gravi, oggettivi e penalmente rilevanti.

La redazione RAI ha scelto di tacere su elementi fondamentali, tra cui:

•Io e mio figlio siamo persone offese in un’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, avviata in seguito a gravi atti intimidatori subiti durante la mia gestione;

•Sotto l’auto di mio figlio è stato collocato un ordigno esplosivo da 1,2 kg di tritolo, a evidente scopo intimidatorio;

•Il capitano Davide Di Pasquale ha subito un attentato con la sua automobile crivellata di colpi nei pressi dello Stadio Zaccheria;

•L’altro capitano, Garattoni, ha subito l’incendio della propria vettura;

•Le auto del segretario del club Giuseppe Severo e dell’allora direttore generale Vincenzo Milillo, parcheggiate presso le loro abitazioni, stavano per essere incendiate da ignoti. Solo grazie a un intervento impeccabile della Digos, gli autori sono stati fermati sul posto in flagranza, impedendo il compimento dell’ennesimo gesto intimidatorio;

•Sono attualmente quattro le persone indagate, tutte note alle forze dell’ordine.

Tutti questi fatti sono pubblici, gravi, documentati e oggetto di indagine della magistratura antimafia. Il silenzio con cui sono stati trattati – anzi, completamente ignorati – da una testata del servizio pubblico, è inaccettabile, vergognoso e pericoloso.

A ciò si aggiungono le dichiarazioni rese nel servizio dal sig. Antonio Di Gennaro, che ha affermato – senza alcun riscontro – che io avrei “già fatto queste cose in altre piazze”. Parole gravemente diffamatorie e infondate, che respingo con fermezza.

A Di Gennaro domando: quali sono le piazze in cui avrei causato punti di penalizzazione o abbandoni irresponsabili?

La risposta è semplice: nessuna.

•Non ho mai lasciato una società con debiti federali.

•Nessun club da me gestito ha mai subito penalizzazioni.

•Quando ho lasciato l’Andria, la società è passata regolarmente a Fusiello ed è proseguita l’attività.

•Quando ho lasciato il Bisceglie, il club è stato rilevato da Racanati e ha continuato a fare calcio.

Un presidente può legittimamente aprire e chiudere un ciclo sportivo, ciò che conta è la correttezza, il rispetto degli obblighi e la trasparenza. Tutti elementi che ho sempre garantito.

Sul clima delle “contestazioni”

Chi oggi parla con leggerezza di “contestazioni della tifoseria” dimentica – o finge di dimenticare – che quanto accaduto negli ultimi mesi non ha nulla a che vedere con la critica sportiva. Ciò che io e la mia famiglia abbiamo subito è stato un attacco personale continuo, violento, volgare e disumano.

Mi sono trovato davanti a:

•Striscioni e cori offensivi, insulti personali, esposizione pubblica di una testa di maiale raffigurante il mio volto in Curva Nord;

•Auguri di morte, malattie e messaggi pieni di odio, diffusi con sistematicità e tollerati in modo colpevole;

•Un clima di odio sociale che ha superato ogni limite, trasformando la gestione di una squadra di calcio in una questione di sopravvivenza umana e familiare.

Questo non è calcio. Non è tifo. Non è passione. È violenza psicologica travestita da dissenso, e chi ha contribuito a legittimarla porta su di sé una responsabilità storica e civile pesantissima. In questo clima nessun imprenditore, nessun padre, nessun essere umano può proseguire serenamente. Ecco perché – al netto degli attacchi giornalistici – ho scelto di chiudere il mio ciclo, lasciando una società sana e in regola, ma prendendo le distanze da un ambiente diventato inaccettabile.

Per questi motivi:

•Chiedo alla redazione di 90° Minuto la lettura integrale del presente comunicato nella prossima trasmissione utile, in ossequio al diritto di replica sancito dalla legge;

•Chiedo una rettifica ufficiale alle dichiarazioni false e tendenziose rese in trasmissione;

•Mi riservo ogni azione a tutela della mia persona, del mio operato e della mia reputazione, dinanzi alle sedi competenti.

La verità non si nasconde. La verità non si insabbia. La verità si racconta.

Nicola Canonico

Ex Presidente Calcio Foggia 1920