NUOVA REGGINA, I DISTINGUO SU NOME E MARCHIO E LA RICERCA DEL NEMICO A TUTTI I COSTI
Il ritorno alla vittoria ed il consolidamento del quarto posto non ha, come era prevedibile ed anche piuttosto comprensibile, sviato del tutto il dibattito riguardante il futuro della massima espressione calcistica a Reggio in vista di ciò che potrà accadere a fine stagione, visto che, come ormai acclarato e metabolizzato, gli unici attuali obiettivi sportivi possono mirare ad un risultato extra agonistico su cui non vi possono essere certezze, ed il cui eventuale esito non può dipendere esclusivamente da noi.
In mezzo a svariate tesi ed opinioni, più o meno autorevoli ed attendibili, cerchiamo ancora una volta di offrire un contributo, se possibile, scevro da partigianerie o anche solamente spirito di primeggiare quali unici depositari di una verità che, visto il contesto sia regolamentare che consuetudinario, non può essere considerata né certa né assoluta, salvo ove sia dimostrabile carte alla mano.
Intanto una doverosa premessa, a scanso di equivoci o, peggio, maldicenze: nessuno qui ha mai cercato di sminuire l’importanza di un marchio su cui, e lo abbiamo sempre scritto, va fatto tutto il possibile per raggiungerne l’acquisizione, anche solo per mettere a tacere chi utilizzerebbe l’eventuale mancato ottenimento per perseverare nelle solite, stucchevoli polemiche gratuite già viste alcuni anni or sono.
Continuiamo tuttavia ad operare dei distinguo riguardo l’assoluta necessità di detenere il marchio per ottenere un cambio di denominazione, in quanto i tempi per rendere disponibile il primo, condizionati dalle procedure liquidatorie e dalle successive determinazioni che assumerà la curatela fallimentare, rischiano di non essere conciliabili con l’assoluta necessità, non procrastinabile, di ritrovare il nome Reggina per la prossima stagione, qualunque essa sia. E continuiamo a ritenere che i due percorsi possano non andare di pari passo.
Siamo certamente a conoscenza dell’orientamento assunto dalla Figc riguardo la corretta applicazione dell’art.18 delle N.O.I.F., e ribadito su vari comunicati, per cui “la nuova denominazione sociale non deve essere identica o similare ad altra denominazione già esistente negli Archivi federali”: infatti già la settimana scorsa abbiamo precisato che il presupposto inderogabile per riprendere il nome (senza “aggettivazioni”) deve essere la revoca dell’affiliazione della vecchia società (che diverrebbe, dunque, non più esistente negli Archivi federali), il cui destino, da questo punto di vista, appare già segnato, come detto, indipendentemente dalla messa in liquidazione, per totale assenza di attività agonistica, come invece non accadde nel 2016 essendo la Reggina Calcio operante, seppur in esercizio provvisorio, nelle competizioni giovanili. Le stesse regole non parlano di marchio come presupposto necessario: ovviamente aiuterebbe, ma non risulterebbe decisivo.
Sull’affermazione, piuttosto diffusa a vari livelli, secondo cui possedere il marchio costituirebbe condizione indispensabile per ottenere un eventuale ripescaggio, ci sentiamo invece di smentirla in maniera netta ed assoluta, anche con riferimento a quanto avvenuto sempre nel 2016: infatti, il regolamento vigente all’epoca (Comunicato ufficiale FIGC n. 370) su criteri e procedure per l’integrazione degli organici dei Campionati Professionistici 2016/17, prevedeva per le formazioni della serie D la redazione di una graduatoria composta da:
A) Classifica finale dell’ultimo campionato (valore 50%)
B) Tradizione sportiva della città (valore 25%)
C) Numero medio spettatori degli ultimi cinque campionati (valore 25%)
Badate bene: il punto B) parla esplicitamente di “città” e non di club, e l’interpretazione non è in discussione, visto che la stessa FIGC, nell’ultimo capoverso, specifica che “per le città sedi di più società, si terrà conto della tradizione sportiva del singolo club”; nondimeno, tale requisito fu certamente decisivo otto anni fa per ottenere il ripescaggio, ma non certo per la provvisoria detenzione, oltretutto solo in affitto, del marchio Reggina Calcio.
Oltretutto, e sfortunatamente per noi, l’attuale ed ancora vigente regolamento (Comunicato ufficiale FIGC n. 204/A) tiene conto del secondo e terzo criterio solo riguardo alle squadre retrocesse dalla C che ambissero al ripescaggio, mentre per i club della LND il punteggio per la graduatoria sarà composto unicamente da criteri legati a piazzamento nei play off, media punti ed altri benefit legati all’utilizzo dei giovani, nulla rilevando tradizione, blasone ed affini e, di conseguenza, essere già o meno rientrati in possesso del marchio.
Non vogliamo proseguire oltre, né avventurarci in dispute infantili che, non ci stancheremo mai di ripetere, possono avere l’unico effetto di avvelenare un contesto che di tutto avrebbe bisogno, tranne che di continuare a litigare facendo il tifo per guelfi o ghibellini o, peggio, attribuire patenti di autenticità non si sa bene in base a quali connotati, cercando un nemico da avversare a tutti i costi ed a prescindere. Il monito è sempre uguale: gli uomini passano, la Reggina resta, ad essa bisogna dare sostegno e per essa bisogna combattere.