Campagnacci a TuttoReggina: "Ripensando a Novara ho ancora il magone, eravamo ad un passo dal sogno"
Dal Giulianova ad una Serie A soltanto sfiorata, la favola di Alessio Campagnacci che con la maglia amaranto in tre anni ha lasciato senza dubbio un buon ricordo. Undici reti messe a segno in più di ottanta gare ufficiali, un gol importante contro il Cittadella per la salvezza ed un sogno svanito al Piola di Novara. L'attuale attaccante del Siena si è raccontato in esclusiva ai nostri microfoni.
Alessio come vive un calciatore questo periodo?
"Sono abbastanza fortunato, vivendo in un posto di campagna ho la possibilità di allenarmi con tanto spazio a disposizione. Purtroppo per tanti compagni di squadra che abitano in un condominio fare attività è davvero difficile. E' giusto che il governo abbia fatto delle scelte drastiche, vedremo con il tempo".
Quando pensi potrà riprendere il tutto?
"La vedo dura ricominciare, anzi cominciare a parlare di una ripresa. Ancora non siamo sulla via della guarigione, i numeri rimangono alti e adesso è meglio lasciare tutto da parte. Speriamo che questo Coronavirus finisca prima possibile anche se non sarà facile, è giusto rimanere fermi. Per noi atleti è molto difficile, siamo pagati per giocare a calcio ma avremo difficoltà a recuperare la condizione fisica per tornare in campo. Noi siamo fermi da più di un mese".
Torniamo all'estate del 2010, come ti ritrovi a Reggio?
"Con il Giulianova abbiamo perso i playout e mi sono trovato dalla C2 alla Serie B con la Reggina, c'era questa ipotesi e ho accettato subito. Non ho esitato, al Sud mi sono trovato alla grande sia a Reggio che a Benevento nonostante qualche pregiudizio di qualche ignorante. Io ed Acerbi venivamo dalla Serie C, piano piano si è costruito un gruppo eccezionale con il mister. Abbiamo sfiorato l'impossibile, nessuno poteva scommettere sulla promozione ad inizio anno. Ancora ho il magone per quella gara contro il Novara, eravamo ad un passo dalla Serie A. Per la squadra che avevamo in finale potevamo vincere. Con un pizzico di fortuna in più quell'anno poteva rappresentare la svolta".
La consapevolezza di essere una squadra forte quando è nata?
"A livello personale venivo da una piccola realtà, non mi ero mai messo a contatto con giocatori forti come quelli della Reggina. Quando i risultati cominciano a venire contano meno i nomi, grazie a tutti quell'anno avevamo costruito attorno a noi uno scudo quasi impenetrabile. Non perdevamo praticamente mai anche nei momenti difficili. Avevamo dei calciatori come Bonazzoli, Viola, Missiroli ed Acerbi che hanno fatto la differenza".
La squadra dell'anno successivo poteva addirittura essere considerata più forte di quella dei playoff?
"Non ero mai partito bene come quell'anno, avevamo un potenziale importante. Purtroppo quando cominci a perdere qualche partita abbiamo cominciato a perdere un pò di fiducia. Abbiamo fatto un campionato sotto le nostre potenzialità, quell'anno potevamo fare tranquillamente i playoff. E' stato un anno bello tranne l'ultima parte in cui mi infortunai gravemente".
L'ultimo anno invece è stato più travagliato?
"Ho fatto un pò di fatica dopo l'infortunio però mi sono preso la soddisfazione del gol con il Cittadella, non è stato decisivo ma importantissimo per la salvezza. Poi ci siamo salvati contro il Vicenza con la parata di Baiocco sul finale, a livello personale è stato comunque un anno travagliato anche se con quel gol sento mio un pezzo di salvezza".
Arriviamo all'addio, scelta tua o condivisa con la società?
"Io non sapevo niente, il giovedì poi mi chiamò il mio agente facendo sapere dell'interesse del Benevento anche se non volevo andare via. Ero in scadenza, avevo fatto tre anni dove ho dato tutto e mi ha fatto crescere anche a livello personale. Per me rimarrà una delle esperienze più belle, mi hanno messo nel calcio del conta e non dimenticherò mai la partita contro il Milan a San Siro di Coppa Italia. Reggio mi rimarrà sempre nel cuore".
Ricordi qualche aneddoto simpatico che ti lega a quegli anni?
"Cose simpatiche ce ne sono state sempre, Ciccio Cosenza era il primo a fare casino in spogliatoio. Ricordo il dottore Favasuli, il presidente e anche scene con Rizzato e Bonazzoli. Sono ricordi che mi porterò per sempre dentro il cuore".
Stai seguendo la Reggina?
"Sotto sotto tifo sempre Reggina, stanno facendo un campionato devastante. C'è il giusto mix tra giocatori esperti e un tecnico vincente, c'è tanto margine dal Bari. L'importante, in caso di ripresa, ci sarà da stare attenti al tuor de force. La Reggina merita altri palcoscenici".