REGGINA: LA SVOLTA NECESSARIA DIVENTI STRUTTURALE
Una delle tante leggi non scritte del calcio ci insegna che il cambio di allenatore finisce per provocare una scossa immediata alla squadra, quantomeno in termini di motivazioni e determinazione, ed è pressappoco ciò che è avvenuto a Vibo. Ma siamo certi che si sia trattato solo di questo?
La vicenda personale di Pergolizzi, a cui va la nostra totale ed incondizionata solidarietà ed un convinto sostegno, ha di fatto “provocato” quella svolta tecnico tattica da molti auspicata nelle scorse settimane, indipendentemente da chi sia seduto in panchina: ma al di là del fattore emotivo, che come detto ha certamente ha inciso, risulta difficile pensare che appena tre giorni di allenamento possano essere sufficienti a giustificare la misura del cambiamento a cui abbiamo assistito, tanto da riuscire ad annichilire una squadra sin lì in grandissimo spolvero e capace di produrre una qualità di gioco notevole, che di fatto non è invece mai riuscita ad esprimere domenica pomeriggio e, fatalità, replicando proprio l'ultima grande prestazione della Reggina gestione 2023/24 sempre al Razza.
È innegabile, ovviamente, come il fatto che il rientrante Trocini, di cui ci ha colpito la genuinità dell’entusiasmo palesato in sede di presentazione, conoscesse buona parte della rosa attuale abbia agevolato il compito del tecnico cosentino, che non a caso ha saggiamente schierato 9/11 di calciatori presenti durante la precedente gestione; tuttavia, il fatto che la squadra sia riuscita a mantenere una intensità di gioco per tutta la durata della gara, circostanza mai riscontrata nelle gare precedenti (anche quelle largamente vittoriose) se non per spezzoni di gara, apre delle riflessioni che, giocoforza, potrebbero comprendere situazioni non strettamente legate all’aspetto tecnico.
Non possiamo naturalmente avere alcuna controprova riscontrabile, a parte sensazioni ed ipotesi, ma sta di fatto che alcune prestazioni individuali, nello specifico di Laaribi e Perri apparsi in grande spolvero, potrebbero suscitare retropensieri riguardanti motivazioni non strettamente legate al terreno di gioco per giustificare il loro mancato utilizzo, pressoché totale, da parte dell’ormai ex tecnico amaranto, così come apparirebbe complicato addurre spiegazioni di carattere fisico ed atletico a giustificare l’atteggiamento quasi schizofrenico tenuto in partita dalla squadra nelle passate settimane, a meno che non si voglia pensare che si sia ricorso alla pozione di Asterix nelle ore precedenti l’impegno in campionato.
Al di là di tutto, fare dietrologia servirebbe a poco o nulla adesso se non ad avvelenare un dibattito che francamente vorremmo riuscire finalmente a mandare in soffitta per concentrarsi sul prossimo futuro, partendo proprio da una vittoria che, come ampiamente evidenziato alla vigilia dell’appuntamento domenicale, poteva e doveva costituire una svolta assolutamente necessaria, consci di tutto ciò di nefasto che avrebbe potuto comportare una battuta d’arresto, sotto ogni punto di vista.
Se dunque il proditorio successo sul team del presidente Caffo è risultato indispensabile per poter proseguire la ricorsa al vertice, guai a pensare che una singola gara sia sufficiente a certificare il cambio di direzione degli amaranto, come d’altronde ci eravamo già illusi qualche partita fa, per un cambiamento che dovrà diventare strutturale e duraturo contro qualsiasi avversario, ricordando ancora una volta che, come racconta la classifica, ulteriori passi falsi sarebbero difficilmente assorbibili.