"Il premier interviene e convoca la Federazione", le ultime sul fronte della ripresa della serie A
"Il premier interviene e convoca la Federazione", scrive oggi Gazzetta dello Sport.
"Il capo del governo “arbitro” della discussione. Ministro prudente, il fronte pro ripresa si allarga", sottolinea il quotidiano sportivo, che poi parla della complessa situazione:
Era una voce, ora è una certezza: il premier Giuseppe Conte ha deciso di scendere in campo in prima persona per affrontare il dilemma sulla ripartenza del calcio italiano. Il passaggio è contenuto in un’intervista al «Fatto quotidiano»: «Per fare il punto, raccoglieremo le istanze della Federcalcio e delle altre federazioni», dice il presidente del Consiglio. D’altronde, non è l’unico premier a prendere di petto la questione. In Francia, è stato Edouard Philippe a staccare la spina. In Germania è successo l’opposto ieri con Angela Merkel. E anche in Spagna, è della scorsa settimana l’intervento «ottimista» del premier Sanchez sul ritorno della Liga.
«Posti di lavoro»
Ma come la pensa Conte? Per ora il suo intervento è di metodo. «C’è il ministro Spadafora, che ha fatto un ottimo lavoro, ma è giusto che tutti gli stakeholders del calcio e dello sport abbiamo un confronto col governo ai massimi livelli. Ovviamente tenendo presenti le raccomandazioni del Comitato tecnico-scientifico». Da quello che si è capito, il premier vuole studiare a fondo l’impatto economico di un eventuale stop definitivo, soprattutto sul numero di posti di lavoro che si perderebbero.
Non subito
Il confronto non è stato fissato, non è ancora in agenda. Anche perché in queste ore sul desktop del governo non ci può essere spazio per il calcio. L’esecutivo è impegnato sul decreto economico «ex aprile», fra l’altro un passaggio che dovrebbe dare delle risposte anche relative allo sport e al calcio, dalla cassa integrazione per i giocatori che guadagnano fino a 50mila euro l’anno al fondo «salva sport» alimentato dall’un per cento della raccolta delle scommesse sportive. In ogni caso l’incontro di Conte non potrà essere «assembleare», è probabile che nell’incontro ci sia un momento tutto calcistico, anche se Conte è stato attento a parlare di sport a tutto tondo. E fra l’altro questi sono giorni decisivi per le riaperture (il 18 maggio?) di palestre, centri sportivi e piscine.
«Date impossibili»
Conte è stato molto attento a non rischiare un corto circuito con Spadafora. Ma la sua scesa in campo, presentata come un dovere istituzionale, nasce anche dall’esigenza di «arbitrare» la discussione. Anche ieri, nel question time alla Camera si è visto che il ministro Spadafora spinge sempre sul freno: «Auspichiamo tutti che i campionati possano riprendere regolarmente, allo stesso tempo oggi è impossibile dare una data certa della ripresa. Dobbiamo almeno verificare l’andamento della curva delle prossime due settimane». Ma il ministro dello sport non si fermato qui ed ha aggiunto: «Negli ultimi tre giorni si è improvvisamente assistito a un inasprirsi del dibattito politico e mediatico, a mio parere incomprensibile agli occhi degli italiani che temono per la loro salute e per il lavoro. Perfino le tifoserie organizzate lo hanno stigmatizzato. In Europa le uniche date certe sono quelle che hanno deciso di bloccare per sempre i campionati».
Trasversale
Andrea Rossi, deputato del Pd fra i più presenti sulle questioni sportive, aveva formulato al ministro il quesito su «quale iniziative intenda prendere per promuovere, nel rispetto del principio di autonomia sportiva, un percorso condiviso per affrontare la conclusione della stagione». Senza chiedere una data certa, ma valutando «tutte le possibilità presenti per una ripartenza dei campionati». Lo schieramento possibilista è sempre trasversale: da Salvini alla Meloni, da Renzi al Pd (non tutto però), ma anche una parte dei 5 Stelle. Ieri il deputato-judoka Felice Mariani ha criticato Spadafora, «che ormai va per conto suo senza ascoltare chi anche nel suo gruppo ne sa più di lui sulla materia».
Le incognite
Ma se sul fronte politico il partito della ripartenza prende sempre più punti, le incognite restano numerose. E non solo sul fronte sanitario. Ci sono da affrontare anche tutte le questioni di carattere assicurativo. E comunque bisogna fare i conti con l’ipotesi che non si riesca a scalare la montagna, lo «Zoncolan» di cui ha parlato Damiano Tommasi. Ne ha parlato in uno «spogliatoio virtuale» dell’università Luiss Guido Carli, l’ex presidente federale Giancarlo Abete. Pieno appoggio alla posizione di Gabriele Gravina, ma senza negare la possibilità che prenda il sopravvento un altro scenario: «Se non ci dovesse essere la possibilità di ripartire - dice Abete - bisognerà intervenire in maniera mirata sugli assetti dei campionati. Non c’è oggi una norma che consenta alla Federcalcio di intervenire su eventuali retrocessioni e promozioni». Il famoso piano B resta sempre in agguato.