L'EX DI TURNO: FICCADENTI, LA CADUTA INIZIO' DA LI'..
La Reggina, lunedì sera allo stadio Garilli, non solo affronterà un Piacenza con l'acqua alla gola, con soli due punti in meno rispetto agli amaranto, questo giova ricordarlo, ma si troverà di fronte Massimo Ficcadenti, che possiamo definire il tecnico che aprì il tragicomico valzer sulla panchina amaranto, che vanta 9 avvicendamenti in poco meno di tre stagioni. Sembrava che l'esonero dell'ex giocatore di Verona e Torino potesse rappresentare un semplice incidente di percorso nelle scelte compiute dal presidente Foti, ma si è rivelato l'errore che ha dato il là a ulteriori e a volte incomprensibili scelte quanto mai azzardate e al limite dell'autolesionismo.
D'altronde, è la vicenda dell'assunzione di Massimo Ficcadenti che è davvero quanto mai paradossale e significativa. Un mese, quaranta giorni circa, ora più ora meno, è servita alla Reggina per annunciare l'assunzione del nuovo tecnico, oberato da un accordo contrattuale con l'Hellas, con cui non si era per nulla lasciato bene. Foti credeva davvero nel mister originario di Fermo, tanto da aspettarlo e cercare di dargli il massimo della fiducia possibile. Ficcadenti crede e ha sempre creduto in un calcio ispirato all'offeso, votato il più possibile all'attacco, con una torre centrale e due attaccanti di movimento. Il tanto agognato Bogdani non arrivò, nè arrivarono calciatori di categoria come Stefano Morrone, che si è proposto a più riprese al presidente Foti, ma senza successo. I calciatori messi a disposizione di un tecnico, che essendo emergente aveva bisogno di uomini di affidabilità e scafati alle lotte della bassa classifica, da parte della società di via delle Industrie? Halfredsson, Staarsgaard, Tullberg( era la famosa torre invocata), Montiel, Alvarez, Miguel Garcia, Joelson, nonchè Carlos Valdez, Edgar Barreto e Ciccio Cozza. Apparte il centrocampista paraguayano, che ha dato un ottimo contributo alla causa, è inutile disquisire sull'utilità degli altri acquisti, che, chi prima e chi dopo, hanno dovuto fare presto le valigie, bocciati clamorosamente da una realtà forse più grande di loro, qual'è la serie A. Nemmeno il ritorno di Ciccio Cozza fu una mossa atta a mettere a proprio agio Ficcadenti,il quale escluse il capitano già fin dal precampionato, entrando in contrasto(eufemismo) con il numero 10. Dopo i due apreggi iniziali, contro Atalanta e Torino, i pesanti rovesci contro Roma, Udinese e Juventus, i pareggi contro Lazio e Palermo, la sconfitta contro l'Inter, di nuovo un pareggio a Siena, ecco che la sconfitta in un Reggina-Livorno 1-3 del 31 ottobre 2007, determinò l'esonero di Ficcadenti, che lasciò il posto a Ulivieri.
E' oramai appurato che le colpe del tecnico marchigiano sono davvero relative, anche perchè a volte, andare a nozze con i fichi secchi si rivela un compito ai limiti dell'impossibile. La verità è che Ficcadenti non ha avuto ciò che gli avrebbe potuto consentire di lavorare serenamente e magari con costrutto e mettiamoci anche la troppa impazienza di una piazza che l'anno prima aveva assaporato il dolce di una miracolosa salvezza dai meno 11 punti di penalizzazione. Una piazza che aveva avuto sentore delle leggerezze commesse sul mercato, nonostante cessioni tali da arricchire le casse societarie. Fattori che hanno determinato il fallimento dell'esperienza di "Ficca" in riva allo Stretto.
Il giudizio sull'ex tecnico dell'Hellas Verona resta, pertanto, in sospeso e senza alcuna reale possibilità di controprova. Troppo grandi e irrisolvibili le concause che hanno portato all'esonero. Ficcadenti adesso ha a disposizione la possibilità di far ripartire la sua carriera da Piacenza, certo che anche lì non è che siano tempi molto felici..